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martedì 31 gennaio 2012

Quadro d'autore

Finalmente qui davanti a questo quadro d’autore, finemente impresso nella tela stesa sul cielo e sul mare, separati da una linea impercettibile, l’uno si tuffa nell’altro, creando giochi di luce e riflessi, riflessi di una boccia di vetro, nella boccia ci sono io, e più risulto vuota più questo tempo mi riempie e mi rischiara e mi attraversa di luce. Cammino lenta sul morbido fondo del mare che lambisce le mie gambe, deboli onde arrivano alle cosce creando brividi e piacevoli sensazioni, tra i miei piedi guizzano piccole creature, muovendo piccoli triangoli di sabbia, scatto una foto con la mia mente, ai miei piedi e all’intreccio delle onde, e la mia ombra entra nell’intreccio, come un’anima entra e riempie la boccia; chissà se la pace che ora sento me l’hai data tu o il tempo, o entrambi in complicità. Inspiro, assorbo, ingurgito avida la brezza che mi sfiora, mi affaccio sul fondo di questo bicchiere trasparente, stendo lo sguardo oltre lo specchiarsi del cielo, e il profilo sfatto delle nuvole, poche sottili e bianchissime, e si alzano spruzzi di onde come un ribollente guizzo di vita, seguo le gocce aspettando un’idea di luce che improvvisa si illumina con l’ultimo raggio di sole.
Non ho più fretta, tutto è un lento scorrere di istanti, me ne rendo consapevole, accosto sogni e pensieri e li esprimo liberandomi dai silenzi delle illusioni, con la punta dell’alluce sfioro la schiuma, indugio, rabbrividisco ma entro ugualmente, mi tuffo, mi bagno, vivo e sorrido. E’ la visione di un quadro esposto sulla volta del cielo, due figure abbracciate, stese sulla sabbia, incrociano parole, baci, sommesse risate e socchiudono gli occhi come per scattare una foto, annullando il contorno, nessun altro entra nell’inquadratura, solo la luce densa del tramonto che si mescola al tuo sorriso, quello di adesso, quello da ricordare.
Non ho perso tempo a leggere giornali e libri dimenticati in una borsa, mi sono concessa solo a me in questa ora pomeridiana, abbandonando i miei demoni, seduta sulla sabbia, scrutando l’orizzonte, nessuna nuvola, nessuna nave, solo una flebile linea a separare il cielo e il mare, solo un esiguo spazio a separare sogno e realtà.


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