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martedì 3 gennaio 2012

ESCO E VAGO NEL MIO SOGNO












L’aria limpida e gelida mi colse di sorpresa,
uscendo dalla stanza, riscaldata dal fuoco vivace del caminetto,
il cielo era grigio ma ugualmente luminoso
come se il sole nonostante la fitta coltre di nubi,
trovasse forza per oltrepassarla con la sua luce.
I passanti curiosi mi osservano,
non capita spesso di vedere una forestiera da queste parti,
i loro sguardi mi attraversano scrutandomi dentro
attraverso l’espressione del mio viso,
assorta nella contemplazione di un quadro fuori tempo,
come aver fatto un salto temporale all’indietro …
cammino lungo il marciapiede sfiorando corpi
avvolti in bizzarri cappotti fuori moda,
l’aria sembra improvvisamente ovattarsi,
si distorce ogni immagine, sono confusa,
passo dopo passo mi scopro leggera quasi eterea,
si affloscia il corpo pesante nella sua vuota immobilità,
mi distacco libera verso l’alto
come un palloncino trasportato dal vento,
fluttuo lentamente per brevi tratti,
la visuale si allarga sopra le case e gli edifici vecchi e logori,
vedo ora le montagne avvolte da una leggera foschia,
lascio che il cuore mi guidi, ora mi sposto più velocemente,
di sotto le vie si diradano lasciando spazio al verde,
procedo seguendo a ritroso, verso la sorgente,
il corso di un fiume che scorre mulinando quieto,
inverosimile nella sua mole,
le strade sottostanti si riducono a una sola,
solitaria via che si snoda seguendo gli avvallamenti
e i dossi del terreno, campi coltivati,
tagliuzzati come tante regolari caselle, …
silenzio, un silenzio quasi irreale,
interrotto solo da qualche scricchiolio di passi nell’erba
e da respiri pesanti che tradiscono apprensione,
il fiato si condensa in piccole nuvolette di vapore,
lo sguardo di perde oltre il confine
di una terra limitata da un’illusoria separazione,
scendo, mi siedo, osservo,
attraverso gli alberi una sagoma si muove sulla riva del fiume,
procede incerta sui ciotoli traballanti e vischiosi …
cerco di avvicinarmi,
…. Mi respinge …
vengo trascinata lontano, ritorno indietro ….
Parole concitate sopra di me,
odore pungente di sali,
mani sulla faccia mi schiaffeggiano delicatamente,
il respiro sembra rifluire nei polmoni dopo istanti interminabili,
brucia nel petto come un peso di fuoco,
la vista annebbiata lentamente torna normale
… è come risvegliarsi dopo un sogno concitato e confuso,
mi rialzo lentamente tra voci contrariate e protettive,
ogni fibra del corpo sembra ribellarsi,
allontano tutti con gesti maldestri
e passo prima incerto e poi decisa inizio a correre,
mentre lacrime calde bagnano e rigano le guance
che riprendono colore e calore …
corro, corro, senza meta dentro di me …

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