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domenica 13 gennaio 2013

Indaco

TANKA
L'aria immobile
cala luce suadente
foschia radente,
al crepuscolo ride
il mio sole morente.

HAIKU
Volo nell'indaco
si disperde il pensiero
immenso cielo.

Mille pezzi

La cosa che mi piacerebbe fare
vivere i miei mille modi di essere
viverli in modo separato
come se fossero mille vite
mille parti di me
che distinte
si rivelano al mondo
con naturalezza e semplicità
e invece devo stare qui
a combinare e incastrare
pezzi che non si combaciano
fingendo che tutto va bene
...
approssimativamente
si
tutto ok!

Le stagioni del cuore

Era iniziata la danza
lieve ballo nel vento di primavera
timidi passi come il fiore buca la neve
così iniziò a palpitare il cuore,
intrecciati petali corone di fiori,
poi sfavillarono colori e calore
nell'impeto estivo del sole
girando su se stesso il corpo
nel vortice emotivo
una danza frenetica
da far girare il capo,
ma vi furono improvvise sferzate
a lambire l'anima
si affievolì malato di noia
come secca la foglia sul ramo
arrivò anche l'autunno degli acciacchi
a portarsi via le emozioni
il ritmo si placò,
morì il suo tempo
nelle nebbie invernali
gelide e penetranti,
nell'ultimo respiro
cercò di nuovo il calore nei ricordi,
la ghirlanda appassita
rimasta appesa sull'uscio
sbatteva piano sul legno
un bussare cadenzato
un richiamo ipnotico
una voce lugubre
cui non potrà sottrarsi:
la sente gelida solitudine
l'oblio della notte senza sogni.

Aspettando il disgelo

Ho lasciato in sospeso le parole
come fossero piume nel vento,
senza calarle nel foglio bianco
sperando che fossi tu a riempire
per primo quella distesa di bianco,
rarefatto silenzio rotto solo dai ricordi.
Ho lascito in sospeso i pensieri
sulle nuvole burrascose dell'inverno,
condensato ghiaccio sul cuore
mi ricorda che ancora non è primavera.
Sboccerà forse nel disgelo il bucaneve
ricordandoci che parole e pensieri
possono rompere il ghiaccio
ma solo un sorriso generoso
arriva a sciogliere il gelo dell'anima.

Lotta di ogni giorno

E' una lotta contro i mulini a vento
troppo alte le pale per poterle fermare
troppo mutevole il vento da contrastare
è una lotta contro castelli di cemento
finestre opache sul mondo
miraggi tremuli all'orizzonte
è una lotta contro il ruvido tempo
che ignaro scorre seguendo la sua strada
a inseguirlo si inizia a correre
alla velocità della luce
spegnendo piano la candela
è una lotta con la voce e le parole
si dispiegano pensieri in solitaria
trasparenti vele su un mare in tempesta
è una lotta contro se stessi
per mantenersi in equilibrio
sul filo della vita
per tenersi dritti
quando tutto procede contro
in balia di mille solleciti
è una lotta continua
finchè morte non giunga
e poi forse chissà,
ancora ci sarà da lottare
per la vita eterna!

(‘n si sa mai che ti vogliano soffiare la poltrona!)

Abisso

... ho parole incagliate dentro
vortici di pensieri
nell'ingorgo dell'anima
continuano a girare
senza mai defluire
in quell'abisso scuro
mi sembra di morire ...
e mi ritrovo con nulla da dire

Fendente

HAIKU
Giunge il freddo,
spada di luce infligge
il suo fendente.

lunedì 7 gennaio 2013

Tracce

Sulle tracce di me
ho smarrito il cammino
cerco nella mappa le mie strade
sentieri contorti
scontri di linee
raggrinzite forme
contratti tempi
pagine di pensieri
volubili sensazioni del cuore
ho amato quel perdermi
ho odiato quella debolezza
ma talvolta la rimpiango
nostalgia della tempesta
voglia di primavera …

Si muore

Si muore tacendo, di silenzio
rubando tempo al tempo,
tergiversando sulle lacrime,
calpestando la stessa polvere,
abbassando lo sguardo,
chiudendo gli occhi,
si muore ogni istante,
rifiutando se stessi,
allontanando gli altri,
chiudendo i pensieri nei forzieri dell’anima
perché favella assordante i suoi echi,
prigioniera delle regole,
dei dettami della coscienza,
di quel che siamo forgiati,
plagiati dalle parole sottili
che come gocce sulla roccia
scivolando piano scavano solchi e vuoti
si muore scavati completamente
derubati di ogni granello del proprio essere
trascinato è a valle
quel nulla che resta
immutabile di un corpo disfatto.

Mai mi basta

Oggi nel mezzo della nebbia
fitta coltre bianca
bagnata da lieve rabbia
sciolta nell’andatura stanca,

densa del mio penare
granelli di sabbia
strati del mio pensare
chiusi nella gabbia.

Nell’essere archiviati
frantumi silenziosi
dai sensi alleviati
con sostegni impietosi.

Dammi un abbraccio
che accolga il mio pianto
quasi un capriccio
per quel rimpianto.

E quel chiedere muto
diviene eco speziato
desiderio mancato:

“mai mi basta
quel che ho dato
frenata da mille se,
troppo mi aspetto
anche se fossero negazioni
l’inaspettato arrivato
non è mai abbastanza
quel che vorrei dare,
sembra impossibile andare
oltre l’invalicabile muro.
Paura ed orgoglio
mi impediscono di fluire,
quelle lacrime impalpabili
che rigano il mio cuore
fiume che vorrebbe scorrere,
alveo ricercato
ma ancor si adatta
al tracciato delimitato
che tu mi hai indicato
…”

Il vero Natale

... stanno tentando in tutti i modi di rubarci il Natale
ci sono manifesti e cartelloni
insegne e catene di luci
le offerte speciali
i panettoni e i torroni
c'è chi scrive che per un Natale speciale
basta solo un euro in più,
c'è chi ha fatto un presepe speciale
con due "madonne" donne ...
o due Giuseppe maschi ...
e c'è chi non l'ha fatto...
ci propongono visioni distorte
di ciò che dovrebbe essere.
ci sono tanti modi di vivere un Natale,
ma Gesù ci ha insegnato
che non servono soldi per nascere
non sevono alberghi e lussi
ne pranzi sontuosi
ne vestiti regali
Lui si è adagiato nella paglia
nel tenero giaciglio della mangiatoia
li Lui ha preso contatto con noi
nel modo più umile e semplice
tra gli affetti più prossimi
la sua mamma e Giuseppe
e via, via con tutta l'umanità
partendo dai più poveri e bisognosi
perciò io credo
che per fare Natale
basti una mamma e un papà
qualche figlio e nipote
racchiusi in un grande abbraccio ...

Acqua sul cuore

"Perché non siamo solo scatole di argilla
ma cuori fragili e anime volubili".

Scorre acqua dai nostri occhi
sangue dal cuore
palpiti d'amore.
Riarsa è la pelle
nelle aride stagioni
fiumi in secca
pecche d'odio
vento di fuoco
a bruciare la verde linfa
interminabili giorni
a lenire le ferite
nell'attesa di pioggia
e poi miracoli
gocce dense
una dopo l'altra
copiosi scrosci a rinfrancare,
l'essere rinsecchito
si ridesta
e vive!

Nenia

Dove sei ...
dove sei ...
dove sei ...
ormai non me lo chiedo più,
due parole
scandite con disperazione,
con nostalgia,
con la rabbia,
... si! Rabbia ...
ogni tanto affiora ancora
tra quelle parole che sono entrate
nel mio quotidiano
tanto da non sentirle quasi più
dove sei ...
dove sei ...
dove sei ...
Ogni tanto ne odo ancora l'eco
lontano,
stonato,
andato!
Eco che si perde
tra mille altre cose
nel mezzo di altre voci
più dolci,
accoglienti,
quasi smielate,
così tanto
che mi viene il magone,
il netto rifiuto
di ‘sì tanta garbatezza.
Così si dissolve
nel fluire dei miei pensieri
l'immagine ormai sfocata,
quasi nulla
di quel: dove sei
che tanto mi fu tormento
nei giorni,
nelle notti,
nell'inquietudine,
... l'incertezza
d'essermi perduta
nell'oscurità dei tempi,
nell'ostilità di me stessa
contro cui lottai
per non ripetermi ancora
dove sei ...
dove sei ...
dove sei ...
... all'infinito
senza che sia mai saziata
in risposta
la mia nenia
...

21 12 2012

Haiku
Sera d'inverno
profumo di cannella
fine del mondo!

Complicate reticenze

Diventa lucido quel lieve tacere
sgorga limpido nel bicchiere di cristallo
liquido paglierino dall’effluvio dolce
nello scorrere liscio e frizzantino
l’annebbiato tempo rifulge chiaro
nel mescere di sguardi complici
sognante l’occhio nel roseo bouquet
incorniciato di candido macramè
mentre audace fruscio di seta
nel riverbero di un raggio di luna
l’ispida vigorosa presa scioglie i nodi
d’una lieve impacciata reticenza .

Incespicando nell'io

Immagini che sfilano
le scorro veloce
sono monti e valli
baciate dalla luna e dal sole
sfiorate da nubi rosate
o da arrabbiate tempeste
paesaggi graffiati dal tempo
erosi e modellati
roccia mutabile e friabile
materia di cui siamo fatti
quella polvere impastata d’anima
intrisa di sangue e lacrime
avvolta sovente dalle nebbie
che offuscano la via delle stelle
ammaliata dai muschi
odorosi e soffici
di sottoboschi effimeri

volo,
cerco il volo
oltre quei confini di gravità
che fanno da contro peso
all’essere instabile
alle ali maldestre
guidate dalle correnti
di “fiumi scoscesi”.

penso,
penso spesso
a quel che è passato
per non incorrere più
nel dolore acuto
e non inciampare più
nel sassolino sul selciato,
le rocce,
quelle si le ho viste
scavalcate con passo deciso
felice di averci sudato
di averle vinte
quelle impervie scalate
portano allori
respirando a pieni polmoni
le gioie della gloria.

ma nella parvenza liquida
d’un cammino di cristallo
cado e mi spezzo
inciampando nella polvere
la stessa polvere che mi compone

l’essere umano
finisce per incespicare
inesorabilmente
in sé stesso
o nel simile a sé stesso

Vie introverse

Momenti che non conosco
mi tengono prigioniera
nei pensieri logori di passi
da dimenticare e archiviare
nostalgie di parole spesse
di segreti dialoghi rubati
ancoraggi per non perdersi
per fuggire alle solitudini
nell’illusoria sensazione
di sanare un tempo stantio
invertendo in emozioni
quel che in sostanza
pareva un sentiero dritto
ora si snoda in anguste
elucubrate vie introverse.

Pensieri muti

Pensieri inespressi
presagi muti
motivazioni celate
solitari indugi
non trovo la chiave
spersa intrecciata
tra altre mille
le provo e riprovo
nessuna si adatta
rimane chiusa la porta
a scassinarla solo la mente
che come sogno l’attraversa
per piangere ancora
in mezzo ai ricordi
lacrime sull’aurora.

Un giorno speciale?

Guardo nel cielo quella fascia color ottanio,
ne celeste ne blu,
un settore denso,
impenetrabile e circoscritto,
delimitata la notte dal giorno che piano si spegne,
mentre nella volta celeste appaiono stelle vibranti,
la città lenta si accende di artifici artificiali,
freddi incorporei lampioni,
rilasciano un’aura spenta che non trasuda
nemmeno il calore di quel fuoco interno.
Nell’artificio del periodo
appaiono sgargianti decorazioni intermittenti,
quasi abbaglianti e magnetiche,
catturano l’occhio che distratto s’accosta
ad ammirare i contrastanti riflessi
tra l’andare metodico e il tornare esausto,
le corse dei mille impegni:
il lavoro,
le attese,
le spese,
la palestra e la sauna …
e i regali accuratamente scelti ed essenziali
per far fronte alla crisi eccezionale
e il fare e il disfare,
la noia e la rabbia dei tempi sciupati
del riposo perduto …
ed è stanco e muto ogni minuto
davanti agli affetti bisbigli e dispetti,
con sforzi ineguali
il seguire a serpente la fila infinita
di ombre e fari
eccoci fermi un semaforo rosso
quello che blocca per un minuto
inestimabile tempo
dal fato tessuto
in cui mi fermo e mi guardo attorno
frenesia malinconica e nostalgica
di fretta si vorrebbe andare
per fregare il tempo e tutto fare
ma ancora una volta ti beffa
ad un incrocio mi blocca
ma guarda un po’
sorrido estasiata
forse ubriaca
certo Natale non è
ma son sicura ne vedo già tre
passeggiare tranquilli
nella mano un fiaschetto
se la ridono insieme
son babbi Natale
o è solo un giorno speciale?

Labirinti

Sono partita da un centro concentrico
caldo e accogliente era il grembo
ma fuori di mia madre
si snodano silenziosi viali
alta la siepe nulla si scorge
oltre il suo ciglio solo brandelli di cielo
visti o intravisti i raggi caldi
sono filtrati a tratti
macchie di luce su ghiaia imperfetta
ha cercato il mio corpo
di catturare quei brevi istanti di luce
si è trafitta l’anima su quelle spade
nei conflitti del bene e del male
nella ricerca della via più breve
scavalcando la siepe
o passandoci attraverso
arrovellando ogni pensiero
come carne arrostita sullo spiedo
ma a spegnere i fuochi
strade chiuse
vie sbarrate
improvvisi scrosci di fredda pioggia
doccia che non ti aspetti
ad attrarre sotto il peso sproporzionato
un fragile esile essere
frammento indistinto
di un universo in declino
giace in ginocchio
il volto rigato di lacrime
colano sulla pozza rossa
tutti gli affanni e le sconfitte
ma poi ci si rialza
alla ricerca della via
quella giusta che conduca
oltre l’orizzonte sconosciuto.
Contando i passi
ma quanti sono?
Quanti ne mancano ancora?
Svolto l’angolo
c’è un altro viale
forse uguale o forse più breve
miraggio tremolante
svanirà anche questo?
Per poi ritrovarmi ancora
a girare in torno
alla ricerca della scorciatoia …

Spruzzatina di neve

TANKA
Fiocchi leggeri
abbraccio desideri
pensieri fieri
ricopre tutto il nero
sorge bianca la terra.

Sgualciti istanti

...
giorni lunghi che portano apatia,
sferzate di gelo che spingono avanti,
negli anni ricurvi, nel peso dei giorni.
Attendo seduta
scorre davanti sgualcita pellicola,
si rincorrono nubi su carta di riso,
passano foglie strappate dai rami,
e i bagnati candidi fiocchi,
a sorprender l'attesa,
scoppietta un ceppo
riflessi rossi sul vetro
sfugge un riso tra petali rosa,
un bacio tra morbide labbra
...

Volendo sognare

... scarabocchi di nuvole
oltraggi alla volta stellata
silenzio sussurrate favole
dolce magia di una fata
culla i miei sogni bambini
mentre vola lieta fantasia
il capo abbraccia i cuscini
si spegne il lume con ritrosia...

Desideri allo scoccar del giorno

Nuvole sobrie aprono il freddo giorno
l'aria viva veste bianche sottane
cime imbiancate spiccano lontane
luce flessa giunge sul prato adorno.
Il maculato manto cristallino
s'illumina lento al tocco del sole
quasi ti aspetti uno sbocciar di viole
saltella il merlo dal manto corvino.
Stretto il cappotto sulle stanche spalle
racchiusi i pensieri nel caldo guscio
vorrei trovare nell'abbraccio umano
l'affetto coprente come scialle
che sappia dare se pur nell'inconscio
liete emozioni che il cuore infiammano.