Dove sei ...
dove sei ...
dove sei ...
ormai non me lo chiedo più,
due parole
scandite con disperazione,
con nostalgia,
con la rabbia,
... si! Rabbia ...
ogni tanto affiora ancora
tra quelle parole che sono entrate
nel mio quotidiano
tanto da non sentirle quasi più
dove sei ...
dove sei ...
dove sei ...
Ogni tanto ne odo ancora l'eco
lontano,
stonato,
andato!
Eco che si perde
tra mille altre cose
nel mezzo di altre voci
più dolci,
accoglienti,
quasi smielate,
così tanto
che mi viene il magone,
il netto rifiuto
di ‘sì tanta garbatezza.
Così si dissolve
nel fluire dei miei pensieri
l'immagine ormai sfocata,
quasi nulla
di quel: dove sei
che tanto mi fu tormento
nei giorni,
nelle notti,
nell'inquietudine,
... l'incertezza
d'essermi perduta
nell'oscurità dei tempi,
nell'ostilità di me stessa
contro cui lottai
per non ripetermi ancora
dove sei ...
dove sei ...
dove sei ...
... all'infinito
senza che sia mai saziata
in risposta
la mia nenia
...
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