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giovedì 3 ottobre 2013

Casa padronale 30 agosto 2013

CASA PADRONALE

Ecco il tempo dell'abbandonocasa
sono chiuse le imposte
ormai da tempo
il legno ingrigito
il ferro arrugginito
il tetto sdentato
fiero e imponente
spicca verso il cielo
il volto saggio
le spalle forti di sassi
pietre centenarie
pescate nel greto
sacro alla patria
è seccata pure l'edera
che t'abbracciava a primavera
e l'intorno è filar di grappoli maturi.
Vecchio casolare
son chiusi nelle tue stanze
cataste di ricordi
di vita e di famiglia
si son persi ormai i racconti
nella voce spenta della nonna
che rimembrava nostalgica
i difficili giorni
rotti dall'eco dei bombardamenti
che mai hanno scalfito
ne la pietra ne il cuore.
Or rimani sola
vecchia casa padronale
sopravvissuta ai tuoi figli
ormai dispersi
conteso ogni sasso
dalla loro figliolanza
che a volerti smembrare
si son consumati
unghie e polpastrelli,
ma io son certa
la spunterai tu
pure alla carne giovane.

Ricordando l'inesorabile 6 agosto 2013

DUE ESTATI FA



... e ritornano a volte

pensieri insistenti

bussano alla porta

attendono risposta ...

... c'è quel male

ritorna come eco

invade il mio silenzio

cerca una voce che reprimo ...

... quanto hai rovistato

tra i cocci di Pandora

che ne hai tratto

dopo averlo fatto ...

... si mesce rimorso e pianto

quel che è stato è stato

quel che è perduto, perduto

rimane un coccio sperduto ...

... delusioni impresse

perse scommesse

mi son giocata tutto

senza ricever frutto ...

... scalfita anima

sconfina bitorzoluta

vaga reminiscenza

predomina sul volere ...
... e ancora ci verso
del cuore il pianto
silente e muto
dolore acuto ...

domenica 16 giugno 2013

La stazione dei ricordi

Fu dolce il fischio del treno
nello sferragliare allegro
un ricordo di marmellata
saliva dal cuore e dalla mente
si stendeva sulla via della rotaia
muta riandava l'anima mia
ai sapori del tempo che fu
flash veloci scorrevano
sui finestrini opachi
una pellicola odierna
sfilava di paesaggi indistinti
mentre sbocciavano liete
come le rose di maggio
le emozioni nel cuore.

Logorio del cuore

Istanti brevi
consunti giorni
senza parole
senza pretese
solo colmare
le mie attese
...
tempi perduti
sogni scaduti
sorrisi amari
amore stanco
stretti contatti
da tempo elusi
...
muto sentire
sordo il tuo cuore
lontano amore
anima persa
lacrima scesa
caduta e resa
...
niente pretese
nulle le attese
le mani tese
senza difese
...

lunedì 8 aprile 2013

Deserti e paradossi

Porgo il mio sguardo
al confine di questo deserto
paradosso ricolmo di essenze
sconfinato vivere
rapito sguardo
perso nel fluttuante miraggio
colata di calda sabbia
il fluire dolce d'una carezza
espande profumo di spezie
morbida pelle d'ebano
candido sale in tortuose distese
richiami di onde passate
passione di rossa roccia
si erige tra l'erba danzante
distesa di sussurri lievi come soffi
pianure lambite dal vento
un'ola silenziosa e placida
si staglia contro i flutti del cielo
tumulto di voci inquiete
prorompono dall'interno
tuoni di pensieri
squarciano l'aria di ricordi
atmosfera antica
di erosi templi
come giganti inermi
amati nel cuore del tempo.

mercoledì 6 marzo 2013

Essenze lontane

Monili d’argento
vecchi ricordi
ossidati dal tempo
cornici dorate
patinate di gioie
volti lontani
sorrisi opachi
sfocate immagini
tempo che si rincorre
su pizzi antichi
macramè prezioso
ricopre legno pregiato
vita intarsiata
bassorilievi vivi
atavico comò
racchiusi cassetti
longevi sogni
prendono forma
nel fascio di luce
di un vecchio proiettore
un film in bianco e nero
trasmette la vita in technicolor.

La vecchia sveglia a carica

Sto qui davanti a questo foglio bianco
lo sguardo fisso le mani ferme
ascolto il cuore
ma non ha nulla da dire
pare silenzioso,
inerte,
ipnotizzato da non so quale cosa.
Scandisce un suono ricorrente,
monotono,
come la vecchia sveglia a carica
me la ricordo posata sul comò
il suo clack clack posato e stanco,
le mani, ormai avvizzite,
la caricavano da sessant’anni
ogni sera alla stessa ora
come un rito cui è vietato sottrarsi
calck clack
non riusciva più a dormire
senza quella ninna nanna,
è il regalo di nozze di mia mamma,
diceva:
finchè batte
batterà anche il mio cuore.
Non ricordo esattamente
quando smise di ricaricarla,
ma fu così che un giorno
aprendo quel cassetto
ritrovai la vecchia sveglia,
provai a farla ripartire
ma il meccanismo vecchio e logoro
era ormai inceppato
e dopo un paio di clack clack
e un suono metallico
si fermava brusca,
come il suo cuore
aveva smesso di battere
così le lancette di scandire
il suo tempo.
Adesso qui mi sembra che sul foglio bianco
appaia sfocata la sua figura
china sul comò di legno grezzo
mentre apre il cassetto
e ripone la sveglia
clack clack
chiude il cassetto …
ed è silenzio!