C’è un albero in mezzo a tanti
che porta la sua croce
nel silenzio del bosco
non s’ode il suo lamento,
ha due rami protesi verso l’alto
si aggrappano al legno
come le braccia di Cristo,
c’è quel volto chino
che fuoriesce dal tronco
pur facendone parte si discosta
creando sembianze d’uomo,
le pieghe lignee del costato
come i solchi di frusta sulla pelle:
così la corteccia è impressa.
Copre un brandello esiguo e scuro
la nudità dell’anima,
affondano i piedi nel pianto umido
rilasciato tra le foglie dalla notte,
illumina il giorno i cespugli di folla
accasciati in umile preghiera
mentre si ridesta il mondo.
che porta la sua croce
nel silenzio del bosco
non s’ode il suo lamento,
ha due rami protesi verso l’alto
si aggrappano al legno
come le braccia di Cristo,
c’è quel volto chino
che fuoriesce dal tronco
pur facendone parte si discosta
creando sembianze d’uomo,
le pieghe lignee del costato
come i solchi di frusta sulla pelle:
così la corteccia è impressa.
Copre un brandello esiguo e scuro
la nudità dell’anima,
affondano i piedi nel pianto umido
rilasciato tra le foglie dalla notte,
illumina il giorno i cespugli di folla
accasciati in umile preghiera
mentre si ridesta il mondo.
Foto di Tommy Pagano
versi di Ivana Zoia
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