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lunedì 3 dicembre 2012

Cicatrici nell'acqua


Una pioggia capricciosa e infantile
cade sul mio tempo laborioso
vezzeggiato il mio capo
carezzatomi da caldi rigoli
affogano nelle scarpe zuppe
i miei piedi
calpestano pozze di infamie
lavate via da fiumi sull'asfalto
mucchi di gialle foglie
pianto di un ginko
nero il suo tronco
nel suo lutto invernale
protesi i rami al grigio cielo
respiro d'aria densa
odori umidi della città
si comprime
l'involucro stagnate
sui frettolosi passi
coperti da sgargianti ombrelli
si aprono solchi d'acqua
al passaggio di neri pneumatici
per poi richiudersi
come un passato che non ritorna
ed esser poi riaperto
ad ogni nuovo passaggio
come antiche cicatrici
segni indelebili e indefiniti.

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