Si sta consumando il tempo
bruciato da un fiume di luce
alla frequenza d’un lampo
magnetismo che seduce.
Muore racchiuso in
gocce d’ambra
passa corre e non s'arresta
lo colgo nel progredire dell’ombra
che si allunga e sposta lesta.
Nell’aumento di calore
e nel regredire lui stesso
in poche ore
nel fuoco spento di un sole basso.
Piango quel tempo perso
sfuggito da mani che mai l’han preso
lacrime che scorrono di traverso
a rigare il cuore dal nulla emerso.
Tempo sfuggito dalla vita
diretto verso il nulla eterno
ma non si contano sulle dita
i giorni che conducono all’inverno.
Quell’inverno dell’anima
che ad espiar le colpe
pregherà guardando la cima
cercando pretesti e discolpe.
Ci sarà tempo forse per un paradiso
di angeli celesti e piume
dove regna solo il sorriso
e di riso ne scorrerà un fiume.
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