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mercoledì 14 novembre 2012

Giorni d'acqua



Scorreva placida acqua limpida
ora scura, limacciosa e torbida
scivola impetuosa nel suo letto
tutti s’inchinino al suo cospetto
pretende irruenta il suo spazio
dal nord s’allunga fino al Lazio
esce, trabocca dal suo fondo
piroetta girando in tondo
traccia il suo disegno
per lasciare il segno
abbandona sulle mura
una bava densa e oscura
scava con decisione
passando con pressione
corrode con perseveranza
senza tanta manovalanza
al suo passaggio tutto muta
anche l’animale lo fiuta
si vela di fango la foglia
uscire di casa è una doglia
s'adombra di nebbia la strada
avvolge tutta la contrada
pure il selciato è così ricamato
di soffice limo è tutto incerato
Scorre placida acqua limpida
sulla guancia ormai madida
salato è il suo sapore
intriso di dolore
riga la pelle rugosa
di quell’anima erosa
invasa di ricordi lontani
piedi immersi nei pantani
consistenti come lava
che tutto imprigionava
tra rabbia, rassegnazione
e nessuna indignazione
l'acqua d'ovunque venga
nessuno la trattenga
se dal torrente o dall'occhio
è comunque un rischio.

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