Vorrei in questi giorni che il tempo si fermasse
e mi restasse lo spazio di un istante per fondermi e dissolvermi
nel pastello verde che tinge questa foresta
nel filtrare ovattato della luce della radura intrisa di pulviscolo danzante
nel ruscello che scorre lento, silenzioso e solitario
nel fragore delle cascate polvere d’arcobaleno
nello specchio di un lago alpino dove il cielo si riversa nella sua magnificenza
nelle macchie d’azzurro che si fanno largo tra i rami
nella luce rossastra del tramonto che si posa tremula su un filo di lacrima
nella brillantezza crescente gialla dell’alba che rischiara la fredda notte
nella goccia di rugiada che imperla un fiore nel finire dell’estate
nel fruscio secco delle spighe di grano
che ondeggiano al tocco d’una mano di vento
nel pulviscolo dei covoni di fieno tra i canti delle cicale
nelle nuvole cenerine di un temporale che si scioglie in lontananza
nella sua roca voce brusio che risuona nell’aria
nel fragore d’una scogliera dove gabbiani sferzano l’aria
nella brina cristallina di una mattina luccicante sotto raggi del primo sole
nei venti tiepidi dell’estate e in quelli gelidi macchiati di neve
nei meandri di un fiume maestoso dove porre la zattera e lasciarsi andare
nelle dune calde di un deserto dentro i suoi silenzi zittire i pensieri
nelle distese di lavanda dal profumo inebriante che cancellino la tua essenza
in tutto questo vorrei confondermi
per non desiderare di sciogliermi
per sempre dentro le tue braccia ...
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