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domenica 24 marzo 2013

venerdì 8 marzo 2013

Ancoraggi

ANCORAGGI 8 MARZO E NON SOLO
Vorrei che il sogno della donna
non fosse solo uno scoglio
che emerge con la bassa marea
dove sostano i gabbiani per brevi istanti
scrutando orizzonti per poi tuffarsi
altrove in cerca di infinito.
Vorrei che non fosse asciugato dal sole
solo oggi quello scoglio solitario
per poi domani affogare nuovamente
nell’abisso della morte.
Vorrei che non fosse corroso dagli inganni
di innumerevoli onde giunte da tanti fronti
a schiaffeggiarlo invano di illusioni.
Vorrei che quello scoglio
eretto fiero nel mondo e nella vita
fosse ancoraggio sicuro
e per molti fosse:
figlia, madre, amica, moglie e compagna,
e vorrei che fosse Donna rispettata,
amata, adorata e desiderata,
nella giusta misura
senza eccessi e senza usura,
Donna, Donna …
ieri,
oggi,
domani
e sempre …

mercoledì 6 marzo 2013

A luci spente

Haiku

La notte indosso,
vestito di velluto.
Bagno di sogni.

Haiku

Silenzio è notte!
Il buio improvviso preme,
temo il dormire.
...................................................................................................

... c'è luce che non puoi spegnere
e buio che non puoi accendere ...

Scanditi istanti

Haiku

Il sole bacia
timide cime rosate
buongiorno amici.

Haiku

Vola tra i rami
allegra cinciarella
saluta il giorno.

Haiku

Il cielo terso
invita al canto il merlo
sveglia il mattino.

Haiku

Dissonanti idee
stonate le campane
nel mezzogiorno.

Haiku

La tenerezza
un germoglio che cresce
segue la luce.

Tanka

Sul dorso alato
la mia idea mi sostiene
fino alla sera.

Tacito accordo con l'io
che arrovella e incalza


Haiku

Ti abbraccio sera
seta che scendi lieve
ristoro e attesa.

Stonature

Haiku

Dissonanti idee
stonate le campane
nel mezzogiorno.

Trasparenze

Keiryu

Mi tuffo nella notte
profonda- simile all'abisso,
la volta stellata inghiotte.
La mia terra si fa piccola
e io svanisco nell'universo.

Violette

Haiku

Folletti lilla
ornano il prato secco
nel freddo giorno.

Inaspettate

Porterà il vento
forse più in fretta la primavera?
Sarà forse un volo di rondine
a dirmi ecco è un giorno di sole,
o l’ape che si ridesta e vola pigra
di fiore in fiore?
Non sarà certo quel raggio di sole
che buca prepotente le nubi
a darmi quel tenue calore,
che tanto anelato
or giunge inaspettato.
Pur nella tempesta più greve
c’è una tregua di pace,
involucro muto
mentre tutto intorno imperversa
si blocca per un attimo il tempo
e si placa nell’attesa
di una carezza,
un lieve abbraccio
ed ecco l’umano vivere
diviene divina esistenza
ed è frammento di felicità
pulviscolo nell’universo.

Il sogno

Il sogno più bello sarebbe
avere denari di sentimenti
e ricchezza d’amore
bagagli di parole limpide
senza nuvole e ombre
pensieri dal tenue profumo
che svolazzino attorno come farfalle
petali dolci come carezze
brividi sulla pelle
alberi perenni pieni di amici
non ci fosse mai l’autunno
per non vederli sfogliare
ed ascoltar insieme
le foglie che sussurrano al vento
melodie leggere che allietano il cuore
e tramonti simili ad albe
che dicano solo poesia
per scacciare da sé ogni malinconia

Invariantivo

Keiryu

Utopia della notte:
la mente risana e ristora,
si abbandona il corpo muto
avviluppato nel torpore
che l'alba ridesta immutato.

Esclusioni

Patisce il cuore
quando l’idillio finisce
cadono le mura
rimane indifesa
quella molle creatura
palpita nelle intemperie
soffre ma non perisce
s’attorcigliano le budella
nulla più vi entra
neppure il soffio di un respiro
spegne il fuoco che arrovella
eppur di fuori
è quasi uno sbocciar di fiori
….
e allora basta
lascio nell’oblio
l’umana tristezza
non esistono liste
ne primi posti
nel cuore o ci sei
o non ci sei
punto!

In mancanza di te

Haiku

Ottenebrato
il cielo senza stelle,
invano cerco.

Latte e miele

Non guardo al fatuo universo
che si espande inutilmente
nello spazio senza tempo
ma porgo attenzione alla terra
fuoco che la devasta
richiamo inesauribile
il desiderio di te
zampilla come sorgente di latte
scorre come fiume dolce
impetuoso nelle valli del mio essere
inabissandosi lento negli anfratti del cuore.
Discosta, orsù, i petali carnosi
del succulento fiore
che in sé racchiude l’effluvio del piacere
assapora il nettare che invade il calice
sollecita il delicato turgido stame
assaggia questo piacevole istante
di primordiale passione
affonda nello spazio intrinseco
di questa coppa intrisa di languido rosolio
che ti si offre limpido tra broccato e seta
sul tavolo della vita …

Fermoimmagine

Haiku

Fermo immagine.
Dal tremulo specchio
verità emersa!

Sospiri

Haiku

Fremiti d'aria,
sospiri dentro il cuore.
Livido cielo.

Maree

Keiryu (Maree)

Langue una marea lenta
nelle notti di luna piena-
fervore che m'asseconda.
Sinuoso risorge l'essere
per colmar l'istante al suo zenit.

Magma

Keiryu (MAGMA)

Mani cercano il sole
nelle viscere del tuo cuore
distesa calda e morbida
refluisce in quel fluido magma
scatena tsunami d’amore …

Anima recisa

Coglimi,
prima che appassisca il giorno
toglimi dalla terra
che rifiutò il mio corpo,
fuscello emerso dall'asfalto
aliena vita soggiogata
dagli eventi trasversi.
Coglimi,
affinché il mio pianto
non sia perso invano
nell'ora tarda della morte,
ma viva vibrante
nell'incanto di un istante.
Coglimi,
ancora una volta
coglimi
e dissecata l'anima
riponimi
tra le pagine di un libro
ch'io rimanga ricordo vivo
nell'ora eterna.

La danza della falena

La notte tace
sussurra la tramontana
nelle fessure del cuore
tremuli bagliori
fibrillano nel cielo
sgombro di nubi
si placano i brividi
sorride la mia bocca
stanca delle smorfie
delle maschere finte
delle risate stonate
muovo passi incerti
la mia anima fragile
sul terreno instabile
mani e braccia protese
come l'infante
d'equilibrio precario
palpabile anche l'aria
par sostenga ferma
l'impacciata danza
d'una falena solitaria.

Essenze lontane

Monili d’argento
vecchi ricordi
ossidati dal tempo
cornici dorate
patinate di gioie
volti lontani
sorrisi opachi
sfocate immagini
tempo che si rincorre
su pizzi antichi
macramè prezioso
ricopre legno pregiato
vita intarsiata
bassorilievi vivi
atavico comò
racchiusi cassetti
longevi sogni
prendono forma
nel fascio di luce
di un vecchio proiettore
un film in bianco e nero
trasmette la vita in technicolor.

Compagna di brevi istanti

Un falso buongiorno
biascicato tra rifiuto e rabbia
piange il cuore come nuvola
giornata di freddo sole
sfumava l’alba nel terso infinito
s’affianca oggi la morte
sorride mesta
sguscia sui muri pregni d’odori
non parla,
non da rifiuti,
non mette stop,
lascia libertà e scelta
oggi la morte ha un respiro quieto
odora quasi di buono
si desta tra le lenzuola
un lieve movimento
accolta nel tepore
parole sussurrate
non disturbare l’irreale sonno
d’improvviso si alza lieve
fa un giro di danza
percorre la stanza
rimane in apnea
qualche secondo
s’accascia
riposa
non è poi così male oggi
mi accontento anche di lei
compagna di un breve tratto.

Rose e spine

Ho quel graffio nella mano
reminiscenza di una spina
inflitta nella carne.
Recisi i giorni lontani
potati i vecchi rami,
ricordo opaco di una rosa
bruciata dal freddo,
furono carnosi i petali
sfoggiati a primavera,
gioiose le emozioni
dentro quella sfera,
m’illusi e persi sguardi
dentro specchi deformanti.
Nel mite autunno
diradarono le parole
come foglie sui rami.
Brucia ora quel solco rosso
irritato dal lieve strofinare,
duole dentro il cuore
quel sangue che pulsa:
ad ogni colpo un ricordo,
ad ogni petalo una lacrima,
ad ogni rimpianto una spina …

Muschio

... il muschio vegeta rigoglioso
nell'umido pianto della terra
tra le lacrime di cielo.
... la vita si rigenera rigogliosa
nelle emozioni vere
positive o negative che siano
fanno crescere e maturare
i frutti del cuore e dell'anima.
... ma solo nella luce vivida
risplendono d'amore vero …

Istanti eterni

Ritmo senza tempo
muove lo stesso sale,
nel ciclico ricambio d’acqua
odora di nuovo la marea,
l’alga smeraldina danza
in elfiche movenze,
tra gli aghi marittimi
salmastri effluvi
si disperdono dalle fronde.
Trascendente libertà
conduce l’anima
su ali di gabbiano
a sfiorare l’onda,
inspiro sapido pulviscolo
mi dissolvo nelle ultime luci
inghiottite nell’orizzonte.

Frangenti

HAIKU

Flutti decisi
infranti sugli scogli:
incalza l'ora.

Tremori nella notte

Scende la notte
ammantato cielo
tienimi la mano
quando aumenta il buio
la cerco a volte invano
la tua mano
trema la terra
o forse tremo io
la paura dell’inganno
di questo tempo senza scampo
tienimi la mano
mentre avanza la notte
non voglio stare sola
nell’attesa del nuovo giorno
mi assalgono le voci
parole di pensieri dal profondo
rumori di silenzio
voci di coscienza
è il mio destino
continuo a rimembrare
ricordi di ieri riflessi sull’oggi
quel che sarà domani chissà
tienimi la mano
la cerco e non la trovo
ma sono sicura è qui
solo io ora non la sento
allora stringimi finchè m’addormento
stride in cielo una luce
rumore di tuono
deflagra in me assordante
ho freddo e ho paura
non so mai d’onde viene
non so mai quando viene
la notte è lunga
tienimi ho paura

L'Eremo

La salita verso l’eremo
si preannuncia faticosa,
il percorso è irto,
il passo è incerto,
trascinare il peso di sé
sulle rocce umide di neve sciolta
è quasi rischio:
è come ascoltare la voce del vento
che sussurra tra i rami
melodiosi richiami,
brucia nel petto il fiato
aria che si riempie di fuoco.
Passo dopo passo
abbandono nella fatica
tutte le reticenze,
lascio cadere gli affanni
sciolti nelle gocce di sudore
miste a lacrime,
tutto il dolore diviene come una spinta
la forza sopita si ridesta
e lo Spirito riprende il suo vigore
la fiamma si ravviva
nell’ossigeno nuovo,
procedo nella salita.
E’ pace tutt’intorno,
le rocce mute sono pregne di voci
presenze vive nel freddo di stretti cunicoli,
tavoli consunti erosi dal tempo
inspiro lentamente
sento ancora il profumo del pane secco
e del poco vino misto ad acqua
fugace pranzo tra “meditatio et oratio”,
altari bianchi scavati nelle nicchie,
minuscoli giacigli oramai senza paglia
ricordo di sogni tentatori
e sonno ristoratore,
l’aria è mite
pur nel freddo dell’inverno
le braccia della montagna
accolgono amorevoli
l’anima mia perduta
che cerca riparo.
C’è un buco nella roccia ai miei piedi
appena fuori dall’ultima porta,
non posso fare a meno di notarlo
quando abbasso il capo per uscire
è come un invito a guardarci dentro,
sprofonda nelle viscere del monte
non vi è fondo alle debolezze umane.
Un passo e lo oltrepasso.
Sussurra l’antico cantico
tra le foglie del leccio
aggrappato da secoli
alla sacra terra,
cammino sulle orme lasciate da Francesco
è una strana sensazione
mi sento scavata come le rocce
dolcemente senza fretta
frammento dopo frammento
con un cucchiaino.
ci vollero secoli per erodere la roccia
altrettanto è il tempo
che servirà all’anima per purificarsi,
piansi in silenzio
mentre il cuore si apriva ancora
allo scorrere della vita.
Raggiungere l’eremo che sta dentro noi
è più difficile che scalare una montagna
con soli mani e piedi.
Ritorno sui miei passi
raccolgo un frammento di quel luogo
mi ricorderà
che anch’io sono un frammento
dell’infinito Suo Amore.

(scalfitte mie emozioni dall'Eremo delle Carceri di San Francesco 12 febbraio 2013)

Collana di vita

Annodo perle nel filo della vita,
giorni rotondi uno dopo l’altro,
sfere imperfette degne di rispetto,
nel calore delle mani il senso del domani.
Si lasceranno sgranare rosari di ricordi,
a fior di labbra quella preghiera
di lode e grazia per quel che era.
Oggi ritornano in perle d’acqua
a rigare il volto solcato dal tempo,
senza mai un lamento nel vento,
morire sul girocollo di perle vissute
come trame di filo tessute.

Il dolore

Ci ho fatto l'abitudine al dolore
quando spesso mi attacca
mi viene poi di cercarlo
se si allontana,
mi attanaglia la sua presa
il suo abbraccio traditore
quasi mi scalda.
Piango le mie lacrime
cercando di spegnere
il fuoco che esso mi da
brucia come lava nel petto
e non si spegne il mio tormento

Forme come sussurri divini

Nel cuore di un tronco
celata meraviglia,
quasi un dipinto
d’un divino pittore,
tra colori e forme
a primo sguardo:
l’impronta d’una foglia
nel suo lento appassire,
rigata e trafitta
dall’azzurro fatuo dell’acqua.
Si aprono i veli
spicca una candida veste
leggera e fluttuante,
si dischiude al cuor la vista
d’un Cristo risorto
nell’assunzione celeste e radiosa
stupore incredulo
di quel che vedo e percepisco
nell’incanto casuale della natura
o tocco di mano angelica?
Certo ricorda quel biblico passo
in Isaia il sussurro divino.

“Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici …” Is. 11.1


La croce nel bosco

C’è un albero in mezzo a tanti
che porta la sua croce
nel silenzio del bosco
non s’ode il suo lamento,
ha due rami protesi verso l’alto
si aggrappano al legno
come le braccia di Cristo,
c’è quel volto chino
che fuoriesce dal tronco
pur facendone parte si discosta
creando sembianze d’uomo,
le pieghe lignee del costato
come i solchi di frusta sulla pelle:
così la corteccia è impressa.
Copre un brandello esiguo e scuro
la nudità dell’anima,
affondano i piedi nel pianto umido
rilasciato tra le foglie dalla notte,
illumina il giorno i cespugli di folla
accasciati in umile preghiera
mentre si ridesta il mondo.



Foto di Tommy Pagano
versi di Ivana Zoia

Il mare

Si perde lo sguardo
nell'orizzonte lievemente inquieto
culla l'onda
nella sua eterna nenia
canto antico
che cattura l'anima.
Profumi densi d'alghe e sale
impregnano l'aria e i capelli
accarezza il cuore
la sua voce suadente.
Danza e ribolle
fermenti di vita
che s'inalzano e s'inabissano
giochi di luci
sul sole basso
pulviscolo leggero
in me si posa.
Cocci di conchiglie
ornano la battigia
petali strappati all'acqua
e donati al cielo.

Rovesci

HAIKU

Sabato sera,
dentro sibila il vento.
Tempo da lupi!!!!

Il rumore del freddo

Rumore di pioggia
langue oltre i vetri,
ghiaccio che non è ghiaccio
si infittisce nelle pieghe nascoste,
s’inabissa ostinato
senza sciogliersi,
come lame di coltello
affonda nella carne
ed è dolore!

Di ragioni per piangere
ce ne sono molte,
ma non piango;
non esce una lacrima …
Ora quel ghiaccio
si è preso il cuore
tundra desolata
deturpata dagli eventi.
Attenderò il disgelo
per far sciogliere il fiume,
come la notte attende l’alba
per aprire il cielo ad un nuovo giorno

Anima errante

Erratica l’anima mia si libera
come il seme piumato di una pianta:
fluttua nella fantasia leggera
cercando percorsi,
un alternarsi emotivo
come un coacervo di nubi primaverili
che in danza col soffio del vento
ricama il cielo terso.
Si perde il pensiero
scivolando su un raggio di sole
che giunge a sfiorar la terra
con un tenero bacio:
umido di rugiada
il suo fertile tocco;
e domani da quel seme
sboccerà un candido fiore
annuncio sicuro
della nuova stagione.

Dicotomie

L’utopia Manicheista si sgretola
nella semplicità dell’esistenza:
L’uomo e la donna
concetti diversi
consolidati in un figlio ,
il cuore e la mente
l’esegesi di un’anima
che palpita e pensa,
la destra e la sinistra
il bene e il male
senza l’uno non vi è l’altro,
il giorno e la notte
il bianco e il nero
sfumano in alba e tramonto,
il cielo e la terra
l’impalpabile e il calpestabile
si fondono in pioggia e limo,
l’acqua e il ghiaccio
liquido e solido
evaporano in un raggio di sole,
l’amore e l’odio
simili contrapposti
entrambi partoriti sentimenti.
L’utopia della distinzione
si perde nel grigio di tutto,
nell’amalgama lento
della vita che scorre
silente e rumorosa,
ricolma e completa
senza ghigliottine
a voler distinguere e dividere.

Il giorno della Memoria

Mi compongo e mi scompongo
granelli di sabbia dimenticati
frammenti di vite rinchiuse
oltraggi alla vita, all’uomo,
alla donna, al bambino,
abominio contro l’umanità.
Il dittatore, padrone,
più simile a un demonio
che ad un uomo
istigò i suoi cani
che mesti obbedirono
guairono forse di disappunto?
non si perse mai il loro sguardo
nelle lacrime delle madri?
nella sconsolatezza dei padri?
nell’innocenza di giovani vite?
si aprirono mai i loro cuori
ai pianti?
al sangue?
ai corpi consunti dagli stenti?
si aprirono mai le loro coscienze
al pentimento?
eppure l’odore di quel fumo
è entrato nelle loro narici
invaso i loro polmoni;
e gli sguardi mai incrociarono
l’ammasso di ossa scomposte
ricoperte da pergamene di pelle
aridi e bianchi scheletri?
ma i loro cuori erano già morti
l’anime già perse,
eppure erano anch’essi uomini
fatti della stessa sostanza;
che differenza c’era tra gli uni e gli altri?
quel numero anonimo
cancellò l’identità della specie
e l’uomo divenne bestia!

nel ricordo dell’Olocausto.

Incomprensioni

Postille di me
sorrette da magneti
ai bordi del frigo.
Promemoria:
cose da fare,
dire,
ricordare,
incontri,
riunioni,
annotazioni,
persone da incontrare:
...
"ricordarmi di incontrare me stessa"

Si, un giorno mi dovrai incontrare,
non potrai sfuggirmi in eterno
e allora me lo dovrai spiegare,
perchè ti affascina l’effimero,
di ciò che ti sfugge ne fai missione;
me lo dovrai spiegare
perchè mi fai male
strattonandomi indietro,
rendendo vane le mie fatiche
per condurci avanti;
me lo dovrai spiegare
perché crei soqquadro
nel mio ordine
e lasci il vuoto dove c’era il pieno
e del pieno fai matassa.
Mi sforzo di capirti
ma è pura e semplice velleità!

Assoluzioni

Ineffabile è l’andirivieni tumultuoso
che avviene nell’angusto spazio d’un cuore,
mentre incanalati pulsano i fluidi cremisi
micce incandescenti percorrono l’animo
irrompono correnti impetuose
sale alla gola un ingombro che non ingoio
quale sia l’aporia che ostacola
non mi dato comprendere,
per l’idiosincrasia che mi coglie
in certi istanti nefasti
e l’idolatria ieratica che mi alberga
nel recondito del mio essere,
così è destino che io mi perda
in un tempo che non ha tempo
a scrutare, nell’intento di scoprire
l’adamantino sentimento
che forse non è mai esistito,
cercando un’assoluzione
che non viene dal divino
ma dall’intimo mio giudizio.

Risvegli

Pur se amassi questo tempo che mi divora
non troveri in lui alcuna dimora,
se nell’alba che schiude il mio sguardo
non trovassi nel tuo abbraccio l’ultimo baluardo.
Lontana da questa notte avvolta nella tormenta
d’un vagare senza meta nell’oltre oscuro,
che sovente richiama malia di quel passato
che rapì lo spirito e soggiogò i pensieri
fino ad annullare ogni mio volere,
amalgamandolo all’altrui allettamento
che divenne col tempo solo tormento.
Or respiro nel sole di questo odierno tempo
con rilassatezza altera e soddisfatta
del mio presente, del mio essere ora
di ciò che sarà con te
… domani …

Ascoltando il cuore

Ascolto le maree silenziose
che scavano la roccia
delicatamente.
Ascolto il sussurro del vento
che racconta sottovoce
la sua storia.
Ascolto le gocce di spuma
che si imprimono
sul mio viso.
Ascolto il sapore del sale
che mi bacia dolcemente
rubandomi l’anima.
Ascolto l’eco dei ricordi
che affiorano alterni
dai riflessi di luna
nell’acqua inquieta.

La pietra

La pietra è fredda e immobile
nel suo giaciglio attende
a volte rotola
nella gravità del suo peso
la pietra non trasuda
che la stantia umidità della notte
ma non lacrima emozioni
la pietra si sgretola a poco a poco
non si nutre
non vive
non palpita
la pietra si lascia infiltrare
dagli agenti esterni
fino a farsi spezzare
ma non soffre
non sanguina
la pietra sa essere tagliente
senza proferir parola alcuna
la pietra sa colpire
usando mano e forza altrui
ma anche nel fato
sa cadere decisa
e spezzare l’incanto
la pietra si lascia usare
diviene casa
e monumenti
e mura
e arma

e cuore
un organo morto
in un corpo
biologicamente vivo

ciò che è pietra non muta
in vita eterna
ma rimane inerme
assoggettato unicamente
dallo scorrere degli eventi
fino alla fine dei tempi

desunto ciò
esula dal divenire
e dall’essere pari a una pietra

Desideri in infusione

Vorrei il tempo si fermasse
e mi restasse lo spazio di un istante
per fondermi e dissolvermi
nel pastello verde
che tinge la foresta
nel filtrare ovattato della luce nella radura
intrisa di pulviscolo danzante
nel ruscello che scorre lento,
silenzioso e solitario
nel fragore delle cascate
e nella polvere d'arcobaleno
nello specchio di un lago alpino
dove il cielo si riversa nella sua magnificenza
nelle macchie d'azzurro
che si fanno largo tra i rami
nella luce rossastra del tramonto
che si posa tremula su un filo di lacrima
nella brillantezza crescente gialla dell'alba
che rischiara la fredda notte
nella goccia di rugiada
che imperla un fiore nel finire dell'estate
nel fruscio secco delle spighe di grano
che ondeggiano al tocco d'una mano di vento
nel pulviscolo dei covoni di fieno
tra i canti delle cicale
nelle nuvole cenerine di un temporale
che si scioglie in lontananza
nella sua roca voce
brusio che risuona nell'aria
nel fragore d'una scogliera
dove gabbiani sferzano l'aria
nella brina cristallina di una mattina
luccicante sotto raggi del primo sole
nei venti tiepidi dell'estate
e in quelli gelidi macchiati di neve
nei meandri di un fiume maestoso
dove porre la zattera e lasciarsi andare
nelle dune calde di un deserto
dentro i suoi silenzi zittire i pensieri
nelle distese di lavanda dal profumo inebriante
che rilascino la nostra essenza
in tutto questo vorrei confondermi
un sciogliersi lento
di pensiero e desiderio...

Graffiti d'inverno

Graffiti d'acqua
Contornano lo stagno
Ghiaccio spesso
Si stende sulle parole
Stalattiti trasparenti
Pendono da un fiore
Petali avizziti
Ricordano antica bellezza
Per interminabili giorni
Silente sarà
L'anima mia
...

Specchio d'anima

L'acqua è piatta
quasi uno specchio
riflette l'infinito
apro la mano
lascio cadere il cuore
s'inabissa senza rumore
attendo l'allargarsi
di onde concentriche
l'infrangersi lento
sugli scogli dell'universo
...

La vecchia sveglia a carica

Sto qui davanti a questo foglio bianco
lo sguardo fisso le mani ferme
ascolto il cuore
ma non ha nulla da dire
pare silenzioso,
inerte,
ipnotizzato da non so quale cosa.
Scandisce un suono ricorrente,
monotono,
come la vecchia sveglia a carica
me la ricordo posata sul comò
il suo clack clack posato e stanco,
le mani, ormai avvizzite,
la caricavano da sessant’anni
ogni sera alla stessa ora
come un rito cui è vietato sottrarsi
calck clack
non riusciva più a dormire
senza quella ninna nanna,
è il regalo di nozze di mia mamma,
diceva:
finchè batte
batterà anche il mio cuore.
Non ricordo esattamente
quando smise di ricaricarla,
ma fu così che un giorno
aprendo quel cassetto
ritrovai la vecchia sveglia,
provai a farla ripartire
ma il meccanismo vecchio e logoro
era ormai inceppato
e dopo un paio di clack clack
e un suono metallico
si fermava brusca,
come il suo cuore
aveva smesso di battere
così le lancette di scandire
il suo tempo.
Adesso qui mi sembra che sul foglio bianco
appaia sfocata la sua figura
china sul comò di legno grezzo
mentre apre il cassetto
e ripone la sveglia
clack clack
chiude il cassetto …
ed è silenzio!

Empatia sopita

Distanze
abissi di spazio
colati come lava rovente
divisori irti
insormontabili catene
fragili ponti distorti
corde di pensiero si intrecciano
assottigliandosi lentamente
strattonate dallo spazio
corrose dal tempo
finché laceri brandelli
si discostano
sfilacciandosi
in sporadici ricordi
bagnati da sottili effluvi
di lacrime e sospiri
nel rimembrare
il calore d’una carezza
che trapassa il sottile tessuto
e il cercarsi delle mani
nell’intento di trattenersi
per un attimo ancora
sapendo che domani
sarà conflitto
o forse è solo presunzione
d’empatia
che oggi si riversa in fragile nostalgia …

L'istante prima dell'oblio

Ecco si schiude il silenzio
petali di nero velluto
sull’uscio della notte,
si spegne ogni vociare
della bocca e della mente,
una riverenza aulica
rispettosa del manto,
che lento concupisce
ogni anfratto dell’essere
fin nell’intimo desiderio
d’abbandono atarassico
che conduce all’oblio del sonno.

Temporali sensazioni

Haiku ♥

Estemporanero
ricorrersi di nubi,
cadrà la neve!

Estemporaneo lenire

Questa lacrima impura
elice dal cuore il suo tormento
posto nell’amara delusione
d’un effimero sentimento
rimane ora l’anima
protetta nell’umbratile silenzio
che nella lieve solitudine
si bea di quel molcere delicato
carezza leggera sui ruvidi pensieri
s’incanala lentamente
un timido gioire
lontano dall’abbacianate luce
che sovente ferisce
ma funge pure nell’oblio lenire.

Sublimazione

Note nell’aria
si dissolve la sostanza
si solleva il mio spirito
inizia la danza
quel che rimane
non un liquido stagno
ma eleganti fumi
che in voluttuose mosse
s’inarcano verso l’oblio
leggere membra
intrecciati destini
alchimia di brevi istanti
liberata energia
convogliata determinazione
abbraccio l’infinito.

Silenzio apparente

Ovattato silenzio
velato cielo
buca la luna
la foschia leggera

nel lieve ronzio
della mia mente
scorgo ancora
quanto si bello
il pensiero muto
infranto nei sogni
che tal resteranno
legati ai ricordi,
isole di passato
senza un futuro.

The show must go on

Non sian fatti

per giacere inermi

nell'attesa che si plachino le tempeste

ma per lottare
contro i mari e le correnti

finchè pace non sopraggiunga

a cullar l'inerzia

d'un dolce navigar.

Sferzate di gelo

Sferzate d'inverno
accarezzano i giorni
con ruvide mani
piangono le nuvole
gelide lascrime
cristalli di ghiaccio
comprimono il cuore
l'anima gelata
nell'attesa freme
come l'ultima foglia
sul ramo spoglio.

Climaticamente differente

TANKA
L'aria immobile
cala luce suadente
foschia radente,
al crepuscolo ride
il mio sole morente.

♥ HAIKU ♥
Ricami freddi
catenelle di pioggia
solcano l'aria.